Keep walking, man.

mercoledì 20 gennaio 2010
Ieri sera ho dedicato almeno 40 minuti della mia conversazione con un amico a parlare di questo video.
Lungo è lungo, per carità. Sei minuti di puro prodotto.
Girato benissimo, recitato benissimo, che come sappiamo aiuta non poco. Tralasciamo la mia passione per gli accenti d'oltremanica, è troppo soggettiva.
Ma non è questo.
Un solo piano sequenza. Un solo discorso, scritto magistralmente.
Una storia, nel pieno rispetto del più puro storytelling.
Non riesco a togliergli gli occhi di dosso.
Non riesco a non parlarne.
E questo significa contagious. Significa conversazione.
Significa bel lavoro, oggettivamente parlando.
Significa stupendo, soggettivamente parlando.

State of the art. And copy.

lunedì 18 gennaio 2010
Non c'è relazione più assurda di quella fra art e copy.
Amici, amanti, parenti, serpenti, fidanzati, nonfidanzati, trombamici, amiche, no. Nessuna delle possibile ipotetiche situazioni di relazione fra essere umano è più complessa di quella fra un art e il suo copy.
L'art e il copy si scelgono.
Si scambiano le menti.
E' un processo doloroso, intimo e confidenziale: aprire il tuo cuore e la tua mente al più illustre sconosciuto è traumatico, la prima volta. Poi cuori e menti si allineano e si cementano, fondendosi in una coppia. Una specie di Giano Bifronte che vive della sua doppia anima.
Si amano, si odiano, litigano. Spesso non si parlano. Ma poi si riprendono sempre.
Sono gelosi l'uno dell'altra. Si appartengono a vicenda. Tradirsi è brutto quasi quanto tradire il proprio partner. Forse di più.
Se per le persone normali vale l'assioma di dover scegliere un lavoro che possano amare, perchè passeranno con lui molto più tempo che col proprio compagno, per l'art e il copy vale la regola di scegliersi un buon alter ego, perchè staranno con lui/lei fino alla fine dei suoi giorni. Forse di più. Forse non passeranno più tempo con lui/lei che col proprio compagno: forse non avranno un compagno. E basta. Si basteranno a vicenda.
E' amore e odio, è difesa e comunione. E' tanto, in alcuni casi è tutto.
Ecco, però non pensavo che fosse così interessante da farci un film sopra.

Non senza lasciare tracce.

domenica 10 gennaio 2010
Non buttarti subito, appena vedi la strada davanti a te.
Aspetta. Fai qualche giro di riscaldamento. Testa la resistenza di gambe, testa, cuore. Prendi le tue misure. Calcola quanto spingere e quanto lasciar correre.
Trova il tuo point of balance. La mediazione perfetta tra volontà di dominio e capacità di piegarsi agli eventi esterni. Piega le ginocchia, e preparati ad ammortizzare i colpi. Non farti trovare impreparato da dossi, cunette, sassi sul cammino. Ma se li trovi, sappi che la cosa peggiore che può accaderti è cadere. Ti rialzerai. Forse non ti farai neanche male, o forse si. Ma ti rialzerai sempre.
Tira fuori il coraggio. Sappi che quando sarai in corsa non potrai tornare indietro, solo avanti. Se troverai un muro davanti a te, buttati. Non hai alternative. Devi superarlo, per arrivare in fondo. Non guardarti indietro, ma impara dalle cadute che hai fatto.
Impara a non voler chiudere ogni curva. Non tutte le cose necessitano una conclusione decisa. Certe cose vanno lasciate aperte, in modo da lasciarti prendere velocità. Comincia a correre. Continua a scivolare, questo dev'essere il tuo obiettivo. Disegna la tua linea e seguila. Potrai sempre ricamarti qualche margine di libertà ai suoi lati.
Prendi il ritmo. Segui il suono del tuo respiro. Raggiungi la perfezione armonica nei tuoi movimenti. Sii equilibrato, non esagerare dove intravvedi il pericolo. Abbi coscienza delle tue capacità e fermati dove non puoi arrivare. Un giorno ci andrai, ma adesso non rischiare.

E quando sei pronto, buttati giù. Lasciala andare. Sarà lei a guidarti, in cambio di un minimo sforzo per tenere l'equilibrio. Non aver paura. Senti il suono della velocità e il vento sulla faccia. Lasciati scivolare.
Sarà come volare.
E quando ti guarderai indietro, ti accorgerai di aver lasciato una traccia profonda dietro di te.

E saprai di aver fatto la cosa giusta.
Sia che fosse una cavalcata nella neve fresca, sia che fosse, semplicemente, vivere.