Publist#1: the sunday morning poets.

lunedì 18 ottobre 2010
La domenica mattina.
Quella bolla di sapone tra la settimana uscente e quella entrante. Quel mal di testa tra la sera prima e la mattina dopo. Quel vuoto pneumatico tra un'idea chiusa e una ancora da aprire.
Quel misto confuso tra smarrimento, allegria, relax, carburante e nausea.
La domenica mattina è il non luogo perfetto per riflettere.
Pentirsi dei propri errori.
E giurare di non farlo mai più.
Fino alla domenica dopo.

I Nokeys sono come la domenica mattina.
Un buco spaziotemporale dove rifugiarsi anche solo per un attimo. Per poi sentire la verità che volevamo nascondere.
Perchè conoscono quell'ingannevole distanza tra una calma apparente e una devastante tempesta interiore.
Perchè conoscono l'incomprensibile magia di saper parlare dritto al cuore degli uomini, anche quando hanno dimenticato di averne uno, o anche quando fanno semplicemente finta di non sentirlo.

Forse è per questo che il nuovo video dei Nokeys esce di domenica mattina. Forse.
Nel video c'è tutto questo.
E non fa male.
Auguro anche a voi di trovarlo.
Tenetelo nascosto, tenetelo per voi.
Fino alla prossima domenica mattina.




E se ci riuscite, già che ci siete, trovate anche l'autrice.
E' nascosta nelle pieghe delle sue domeniche. E anche in qualche frame.

Ricette Sbagliate n°2: se siete malati, fatevi un brodino.

venerdì 8 ottobre 2010
Anche questa settimana mi sono dovuta cimentare in cucina. Più per necessità che per velleità, a dirla tutta, comunque ho messo piede in cucina un'altra volta.
Devo dire però che ultimamente sto migliorando a vista d'occhio: non noto più, da qualche tempo a questa parte, quel clima post bellico che solitamente accompagna i miei pasticci, con allagamenti in zona acquaio e eruzioni vulcaniche in zona fornelli. La qual cosa costituisce un sollievo per le mie coinquiline, e non è un problema per me: so che posso ancora dare molto, in merito a disastri culinari.
Comunque, il giretto all'Esselunga dello scorso weekend mi ha dato l'idea brillante per questa delizia, perfetta per i febbricitanti.

RICETTA N°2: DISASTRI ESPLOSIVI ALL'AROMA DI ZUCCA.
Anche questa è semplicissima. Voi prendete una bella fettona di zucca, disponibile in qualsiasi supermercato, la bollite e la frullate fino a ridurla in purè. A questo punto, morbidosa e arancione com'è, la mettete in un pentolino insieme a un po' di latte o panna, a seconda dei vostri gusti, mescolando ogni tanto per amalgamare bene il tutto. Se non avete lo sbattimento di cucinarvi sta zucca, potete ricorrere a un vecchio trucchetto: la comprate già fatta sotto forma di tetrapack verde ramarro Knorr. Mh Mh. Delicious. Siccome avete tempo per rilassarvi, nel frattempo, visto che siete malati, vi potete preparare anche un delizioso té caldo, mettendo l'acqua a bollire lì di fianco, e sbriciolare una bella aspirina in un bicchierone d'acqua. Naturalmente, visto che siete malati come poco fa, tutto vi cadrà dalle mani, e la bella aspirina andrà a condire la vostra cremina di zucca sparendo nei magmi del pentolino. Poco male: l'amaro dell'acido acetilsalicilico stempera il sapore dolciastro della zucca. Una spolverata di noce moscata e via, siete pronti ad affondare il cucchiaio in quella che si presenta come un'invitante colata di lava incandescente.


RISULTATI OTTENUTI FINORA:
Nasi storti, espressioni di stupore alla vista dell'acrobazia ai fornelli, rapide e mistiche guarigioni sulla via verso il letto.
Morti sopraggiunte: finora nessuna.
Fin qui, tutto bene.

E' giunto il momento.

martedì 5 ottobre 2010
Bene, ci siamo.
Aspetto questo momento da un sacco di tempo.
Finalmente è arrivato; bando alle ciance.

L'automobile la lascio a mio fratello, insieme al mio scooter blu elettrico: è un affare di famiglia. Questioni di discendenza diretta.
Vestiti, gioielli, trucchi, lenzuola, asciugamani, borse, cinture cinturine e cinturoni, foulard e sciarpe, scarpe col tacco, smalti per le unghie, calzettoni colorati e cottonfioc usati alle amiche, più naturalmente laptop, memorie esterne, iPod, cornici digitali, telefonini usati, non usati, fusi e dimenticati, Tom Tom bugiardi e tanto altro ancora: se li spartiscano come meglio credono, secondo i loro gusti ma soprattutto secondo la loro taglia. E finalmente potranno dire di aver camminato nelle mie scarpe.
Il mio apparato snowboardistico al Capitano. In mia imperitura memoria.
La mia collezione di cd al re dei tre mondi. Così si diverte a metterli tutti in ordine di genere, di autore e come gli pare. Insieme al mio passaporto. Che lui li colleziona.
I poster con gli Smashing Pumpkins, Fight Club, la tipa che beve il caffè e Edward Hopper alla ritrovata cugina rock'n roll.
La bicicletta Itterizia alla mia coinquilina. Per tutta la pazienza dimostrata fino ad oggi. E per avermi lanciato le aspirine dal ciglio della porta in più occasioni.
Il mangiadischi Penny, sopravvissuto a anni di distruzione di masse, al mio art zingaro. Il vintage gli piace tanto. Forse riuscirebbe, con la sua pazienza certosina, anche a farlo funzionare di nuovo.
La mia prima macchina da scrivere, conservata con cura fino ad oggi, al mio guru copywriteristico. Se non altro perchè starebbe bene a casa sua. Un bel cimelio, là.
Le valigie (vuote) al mio ex fidanzato: ciò che una volta si allontanò, tornerà. Perchè il paradosso colpisce sempre.
I miei videogiochi d'antan (tipo il Nintendo Game Boy con Super Mario in bianco e nero o il Sega Game Gear) li lascio in ufficio. Secondo me a qualcuno piaceranno.
I libri regalateli: qualcuno saprà cosa farsene. Magari qualcuno li leggerà anche.
I miei vinili suonateli finché non si formano dei buchi nei solchi. Disperdete tutti quei suoni insieme a me.

I miei diari invece seppelliteli con me. Chi c'era a raccogliere i miei pensieri c'era, chi non c'era peggio per lui.

E ho capito che è solo una banale influenza, però la scena lasciatela fare anche a me, ogni tanto.