State of the art. And copy.

lunedì 18 gennaio 2010
Non c'è relazione più assurda di quella fra art e copy.
Amici, amanti, parenti, serpenti, fidanzati, nonfidanzati, trombamici, amiche, no. Nessuna delle possibile ipotetiche situazioni di relazione fra essere umano è più complessa di quella fra un art e il suo copy.
L'art e il copy si scelgono.
Si scambiano le menti.
E' un processo doloroso, intimo e confidenziale: aprire il tuo cuore e la tua mente al più illustre sconosciuto è traumatico, la prima volta. Poi cuori e menti si allineano e si cementano, fondendosi in una coppia. Una specie di Giano Bifronte che vive della sua doppia anima.
Si amano, si odiano, litigano. Spesso non si parlano. Ma poi si riprendono sempre.
Sono gelosi l'uno dell'altra. Si appartengono a vicenda. Tradirsi è brutto quasi quanto tradire il proprio partner. Forse di più.
Se per le persone normali vale l'assioma di dover scegliere un lavoro che possano amare, perchè passeranno con lui molto più tempo che col proprio compagno, per l'art e il copy vale la regola di scegliersi un buon alter ego, perchè staranno con lui/lei fino alla fine dei suoi giorni. Forse di più. Forse non passeranno più tempo con lui/lei che col proprio compagno: forse non avranno un compagno. E basta. Si basteranno a vicenda.
E' amore e odio, è difesa e comunione. E' tanto, in alcuni casi è tutto.
Ecco, però non pensavo che fosse così interessante da farci un film sopra.

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