E' giunto il momento.

martedì 5 ottobre 2010
Bene, ci siamo.
Aspetto questo momento da un sacco di tempo.
Finalmente è arrivato; bando alle ciance.

L'automobile la lascio a mio fratello, insieme al mio scooter blu elettrico: è un affare di famiglia. Questioni di discendenza diretta.
Vestiti, gioielli, trucchi, lenzuola, asciugamani, borse, cinture cinturine e cinturoni, foulard e sciarpe, scarpe col tacco, smalti per le unghie, calzettoni colorati e cottonfioc usati alle amiche, più naturalmente laptop, memorie esterne, iPod, cornici digitali, telefonini usati, non usati, fusi e dimenticati, Tom Tom bugiardi e tanto altro ancora: se li spartiscano come meglio credono, secondo i loro gusti ma soprattutto secondo la loro taglia. E finalmente potranno dire di aver camminato nelle mie scarpe.
Il mio apparato snowboardistico al Capitano. In mia imperitura memoria.
La mia collezione di cd al re dei tre mondi. Così si diverte a metterli tutti in ordine di genere, di autore e come gli pare. Insieme al mio passaporto. Che lui li colleziona.
I poster con gli Smashing Pumpkins, Fight Club, la tipa che beve il caffè e Edward Hopper alla ritrovata cugina rock'n roll.
La bicicletta Itterizia alla mia coinquilina. Per tutta la pazienza dimostrata fino ad oggi. E per avermi lanciato le aspirine dal ciglio della porta in più occasioni.
Il mangiadischi Penny, sopravvissuto a anni di distruzione di masse, al mio art zingaro. Il vintage gli piace tanto. Forse riuscirebbe, con la sua pazienza certosina, anche a farlo funzionare di nuovo.
La mia prima macchina da scrivere, conservata con cura fino ad oggi, al mio guru copywriteristico. Se non altro perchè starebbe bene a casa sua. Un bel cimelio, là.
Le valigie (vuote) al mio ex fidanzato: ciò che una volta si allontanò, tornerà. Perchè il paradosso colpisce sempre.
I miei videogiochi d'antan (tipo il Nintendo Game Boy con Super Mario in bianco e nero o il Sega Game Gear) li lascio in ufficio. Secondo me a qualcuno piaceranno.
I libri regalateli: qualcuno saprà cosa farsene. Magari qualcuno li leggerà anche.
I miei vinili suonateli finché non si formano dei buchi nei solchi. Disperdete tutti quei suoni insieme a me.

I miei diari invece seppelliteli con me. Chi c'era a raccogliere i miei pensieri c'era, chi non c'era peggio per lui.

E ho capito che è solo una banale influenza, però la scena lasciatela fare anche a me, ogni tanto.

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