Si sta come d'autunno sulle bici i milanesi.

lunedì 9 novembre 2009
Le lacrime per la fatica che si mescolano a un cielo che piscia acqua, i guanti senza dita, la bici quando piove e ogni rotaia è un pericolo mortale.
La cotoletta al gusto suola, i pranzi la domenica a casa dell'unico amico che sa cucinare la pasta ai frutti di mare, i Baci Perugina.
Il mocio vileda la domenica sera, il calzettone sopra al pigiama, il piumone da cui osservi la settimana in entrata il lunedì mattina, il Naviglio grande il sabato pomeriggio, le mani a sfogliare i vinili.
La chiesa che scopri di venerdì sera, i due piani della casa 139, i cocktail che ti ritrovi in mano senza sapere perchè ma è meglio non chiedere, la nostalgia per quell'odore di sudore dell'Atomic che ora non c'è più, leggere Tuttocittà al buio, le pubblicità che ti osservano come una mamma apprensiva.
Le gite a Bergamo all'ultimo minuto e lo snowboard che dorme con te come un'amante, nel posto vuoto del letto a due piazze, mentre ogni goccia di pioggia che scende diventa neve a sole due ore da qui.
I Monty Python, le strade imparate come mulattiere, tante paia di bacchette per una batteria immaginaria, i negozi di scarpe, gli abiti che non potrai mai avere, gli inviti ad eventi a cui non potrai mai partecipare, i vestiti per i cani grandi come quelli di una Barbie.
I bambini pallidi, le mamme bionde, i papà che non si sa dove sono finiti.
I portoni in cui ripararsi, il Duomo illuminato di sera, gli angoli nascosti che non sapevi esistessero. Milano come Parigi, Milano come Amsterdam, Milano è quel che vuoi, dipende solo dal cappello che metti la mattina, o dal rossetto che si sbava sulle guance.
Le caramelle al cinema quando esci e credi di essere a Bologna e ti ci vogliono dieci minuti a realizzare che questa è via Solari.

Che qui i portici non ci sono. Non c'è protezione contro un cielo ostile.
Neanche un po' di nebbia dove nascondersi.

1 reazioni inconsulte:

M ha detto...

Mi sono quasi commosso. Poesia vera.

Posta un commento