Chiariamo una cosa: non è che perchè faccio la copy passo il mio tempo a dare un nome a tutto. Anzi, a fare i naming sono sempre stata un po' scarsina. Dare un nome alle cose è difficilissimo. Ha un che di definitivo, di immutabile. E quindi, che gusto c'è? La pratica del nominare è un processo sacro. Non a caso Dio chiese ad Adamo di dare nome a tutto ciò che lo circondava, per farne il signore e padrone. Non a caso gli innamorati si dano nomignoli stupidi e veramente fastidiosi, per rendere inviolabile il loro rapporto. Non a caso... bè vabbè.
Il punto è che nonostante questo, ammetto pubblicamente di aver riempito di nomi un sacco di cose, come le coperte, i gatti randagi, le automobili, e ultimo da ma non da meno, le mie preziose parti anatomiche. E non sono la sola. So per certo che molte ragazze dialogano con le loro parti intime - come dimostrato da indagini sociologiche di rigorosa importanza scientifica da me effettuate.
E sono quindi molto sicura nell'affermare che nessuna chiama la sua "Pratino".
Questo dimostra senza ombra di dubbio che questo splendido adattamento della precedente campagna Wilkinson è stato scritto da un uomo. Un uomo molto simpatico però, a differenza di quelli un po' confusi che ci vedevano lanciarci col paracadute nei giorni del ciclo.

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