Publist #4: The King of Limbs.

sabato 19 febbraio 2011
I Radiohead.

Già qui dovrebbe esserci una pausa di adorazione.
Thom Yorke torna con un nuovo album, promosso, come da sua abitudine, sul web: dopo In Rainbows, pubblicizzato su iTunes,  The King Of Limbs gode del passaparola su Facebook e Twitter.

Ed eccolo lì. Thom. Quello che Margaret Mazzantini, nel libro "Non ti muovere", ha paragonato a uno strano alieno che tiene il microfono come se fosse un pulcino morto.



Thom porta tempesta. Ogni volta che esce un suo disco succede qualcosa di imperscrutabile.
E' come se la sua voce cambiasse i destini, come se spostasse le cose.
L'ultima volta che l'ho sentito cantare ero al suo concerto,  a Milano, per il tour di In Rainbows.
Quando ha chiuso con Paranoid Android ho pianto. Non era niente, era solo una sensazione: come se il cielo mi si stesse rimettendo in ordine sopra la testa, cambiando l'ordine dei suoi tasselli.
Everything in its right place.

Il giorno dopo è cominciato un lungo processo, inesplicabile, che mi ha portato, un anno dopo, a vivere a 20 metri dal luogo del misfatto. Che dire? Quando capitano queste cose mi limito a ripetere "God Loves His Children" come un mantra luminoso.

Ma vedere Thom ballare è oltre.
Vederlo ballare Bodysnatchers al concerto, come se fosse investito da un fulmine, è stato un momento ipnotico.
E non solo per me.

Ed è con grande emozione che vi presento la nascita di un nuovo, superfresco, meme di giornata. Appena sfornato. DANCING THOM.
Perchè solo lui può.
Grazie Dio, per averci dato Thom. Grazie Thom, per tutto il resto.



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